CONSIDERAZIONI SULLA PANDEMIA di Francesco Eugenio Negro

CONSIDERAZIONI SULLA PANDEMIA di Francesco Eugenio Negro

Il virus esiste è innegabile. Il negazionismo è un non senso, come lo è il terrorismo. La condizione intermedia è un sano equilibrio che, purtroppo, non sembra esserci. In questo periodo dell’anno si presentano sintomi parainfluenzali, dovuti anche alle variazioni climatiche che producono sintomatologie da raffreddamento che nulla hanno a che vedere con il covid. Tuttavia, è tale l’allarme creato che, uno starnuto o un risentimento laringeo con un’ipertermia lieve, sono capaci di gettare nel panico. Si è entrati nella considerazione che qualsiasi sintomo compaia sia da covid. Il panico, irrazionale, non è uguale alla paura. A parte i casi con sintomi positivi da covid che, a seconda della gravità, richiedono il ricovero, il panico è una importante causa di sovraccarico ospedaliero che mette a repentaglio la quotidiana gestione della salute. 

Gli interventi chirurgici sono ridotti, le terapie antiblastiche ritardate, gli screening periodici dilatati. La precedenza è soprattutto per i malati covid. Il rischio è che, salvati da covid, si muoia di qualcosa di  molto più grave . Sembra che il virus abbia annullato tutte le altre patologie. Tra l’altro, la neuroendocrinologia mostra come il panico stimoli , a partire dalle strutture celebrali , ormoni della corteccia surrenale aumentando citochine e macrofagi che aggravano l’infiammazione, quindi i sintomi da covid. Conseguenza delle restrizioni è il distanziamento che può portare a  problemi di socializzazione anche molto gravi se, oltre al  presente, guardiamo piuttosto il futuro.  

Quanto influiranno queste restrizioni  sulla psiche di un bambino di 5-6 anni, momento delicato dell’imprintig, delle prime esperienze interpersonali, nel resto  della  sua vita? Ricorderà mascherine, lavaggio ripetuto delle mani, non poter avvicinare il  coetaneo. Da adulti siamo ciò che siamo stati da bambini, memorizzando per sempre  la nostra infanzia. Tutto questo non vuol dire riduzione dell’attenzione, ma invito al ragionamento. Non entro in merito al reale numero  di positività dei tamponi che, spesso  forniscono questi dati per residui di pregresse infezioni. 

Questa guerra, perché tale è dopo 75 anni di pace, porterà cambiamenti inimmaginabili per cui si dovrà parlare di un’era ante e post covid, AC e DC dove la C non rappresenta certo l’inizio del messaggio cristiano.Non entro nei problemi politici e conseguentemente economici che, pur riguardandomi, non fanno parte delle mie competenze.Voglio dare solo suggerimenti per evitare di  alterare il nostro stato psico-fisico. Evitiamo, se possibile, ascolti di talk show dove si mescolano giornalisti, opinionisti, virologi o presunti tali, con politici e personaggi del mondo dello spettacolo, con  epidemiologi che non sono clinici e che non hanno il senso della complessità dell’uomo, fatto di mente e corpo, una santa alleanza che, se in equilibrio, aiuta al mantenimento  della salute. 

Ragioniamo con la logica e non entriamo nella spirale drammatica di un condizionamento da media, sia internet  che televisione che, sono e debbono restare, solo informazione da vagliare con giudizio personale e non verità rivelata. I virus esistono da tre miliardi di anni. Sono intorno a noi,ci conviviamo come con l’herpes che, ci fa morire solo se siamo immunodepressi. Depressone, ecco la parola che fa parte del panico. 

Abbiamo coscienza di noi, rispettiamo le regole perché, anche se criticabili, fanno parte della socialità, ma eliminiamo il terrore che, intasando gli ospedali oltre una vera necessità , sottrae ai malati delle altre molto più numerose e gravi patologie la possibilità delle cure.