In attesa del bicentenario dell'ingresso dell'omeopatia in Italia

In attesa del bicentenario dell'ingresso dell'omeopatia in Italia

di Francesco Negro (PER LA SEZIONE SCIENZA DI OMEOPATIA33.IT)

Il prossimo anno si celebreranno i 200 anni dall'ingresso ufficiale dell'omeopatia in Italia con l'arrivo delle truppe austriache, grazie ai medici militari omeopatici al seguito. Il nome di Hahnemann, come chimico, era in realtà già noto, grazie a Melchiorre Delfico e la sua cerchia colta già dal 1792, mentre l'azione della Belladonna come rimedio preventivo e curativo dell'epidemia di scarlattina a piccole dosi, non ancora diluite e dinamizzate (questo avverrà dal 1806 in poi) era noto a Napoli dal 1802.
Contro gli austriaci che avevano portato la nuova metodologia, gli italiani combattevano le guerre di indipendenza. A ricordare l'omeopatia in guerra è un testo di Lorenzo Granetti (?-1871). La Medicina Specica, applicata in particolare al trattamento delle lesioni organiche risultante da violenza di corpi meccanici massime dai proiettili di guerra, del 1848: è l'anno della prima guerra d'indipendenza. Nel Giornale di Medicina omeopatica edito da Gioacchino Pompili al vol. I 1848, Granetti racconta la sua conversione all'omeopatia dopo essere stato per lungo tempo scettico. Da chirurgo la sperimenta proprio nella sua materia dove i fatti, come scriverà spesso, vincono sulle teorie. Abbandona i salassi e le sanguisughe e, consigliato da medici omeopatici più esperti di lui appena agli inizi, quali Talianini e Rubini, inizia la pratica medica omeopatica con grandi risultati che descrive nel testo dettagliatamente. Inizia dedicando il testo "Al prode e valoroso esercito, a voi Piemontesi guerrieri... a voi, valenti uomini che negli ospedali militari attendono a guarire le vostre onorate ferite..." E scrive di Arnica diffusamente e di Aconitum.
In realtà parla non solo di questi rimedi, in effetti ne cita molti altri, ma si rivolge a questi due in particolare, descrivendo in dettaglio le applicazioni. Per gli scettici e i dogmatici della medicina dei contrari negando l'azione dei simili, cita in francese una bella frase di Pascal: "L'ultimo confine della ragione è riconoscere che c'è un numero infinito di cose che la superano. Essa e molto debole se si arresta a se stessa non andando oltre".
Granetti nel 1851 partecipa, a Parigi, al Congresso di Medina Omeopatica e nel 1853 diventa medico di Carlo Alberto e della casa Savoia. Porta l'omeopatia nell'Ospedale Cottolengo essendo amico del Santo. Per polemiche, deve lasciare l'Ospedale per diventare Direttore delle Terme di Acqui; lo ritroveremo a Nizza, Direttore dell'Istituto dello Spirito Santo. Si spegne nella sua Torino nel 1871.