La difesa dell'Organon

La difesa dell'Organon

di Francesco Negro, dal periodico "Omeopatia 33"

Hahnemann scrive l'"Organon dell'arte del guarire", pubblicato nella prima delle sei edizioni a Dresda, nel 1810 nell'edizione Arnoldischen Buchhandlung. E' probabile che venga influenzato da Kant e dall'idealismo tedesco, visto che Kant pubblica nel 1881 "La critica della ragion pura". Hahnemann conosce le opere di Kant, come egli stesso riferisce in una lettera a von Villers. L"'Organon" è maniera personale di formulare insieme: pensiero e sistema medico. Per comprendere il titolo dell'opera, si deve ricordare il "Novum Organon" di Bacone del 1620 e il "Neues Organon" di Lambert del 1764, dove per la prima volta compare il concetto di fenomenologia. Se Kant può essere l'ispiratore di una struttura, il pensiero di Hahnemann è più vicino a quello di Hegel, che rigetta il dualismo mente-corpo teorizzando sistemi integrati fondati sulla fenomenologia. Nel v olume che contiene la prima edizione presente nel Museo, c'è un secondo testo il cui autore è Friedrich Hahnemann, il figlio del Maestro, "Widerlegung der anfaelle Hecker's auf des Organon". E' del 1812. E' una risposta alle accuse. Infatti, all'uscita dell'opera iniziano critiche immediate soprattutto da parte di Hacker in rappresentanza dell'Accademia. E' probabile che Friederich sia solo il prestanome e che l'autore, come si evince dallo stile, sia Hahnemann stesso. Le critiche dell'Accademia sono contro un nuovo metodo che contrastava radicalmente le metodiche dell'epoca. Del resto, già il primo paragrafo è rivoluzionario, descrivendo il compito del medico come "imperativo categorico" di rendere l'uomo sano, cioè guarirlo. Non si parla di malattia, si chiede perché si diventa malati e cosa possa aiutare a guarire. L 'attacco di Hecker è quindi ideologico, contro una medicina già allora rivoluzionaria che escludeva salassi, purghe e prescrizioni di più farmaci in contemporanea. Nel 1812 già si respirava il livore dei nostri tempi. Non era discussa la farmacodinamica. Avogadro definirà, nel "Journal de Physique" nel 1811 il suo "numero", che non crediamo Hecker abbia avuto modo di leggere, anche perché Hahnemann inizierà a diluire solo dal 1816.