Perchè io ero io, perchè lui era lui - Caro dottore ...
Sento già che mi stai dicendo che tutto questo è filosofia, sociologia e me lo dici con un tono quasi di disprezzo. Mi piacerebbe che tu comprendessi che tutto questo fa parte della medicina. Ti sei mai domandato come nelle analisi cliniche, un piccolo trattino inserito tra due numeri, strette da due parentesi sia capace di determinare la salute e la malattia? Lo stesso trattino, inserito tra due date di nascita e di morte, può essere lo scorrere di una vita? [...] In sintesi, dire che curi il malato è una sorta di maschera di buonismo? Forse questa frase, curare il malato nasconde un “complesso” nei confronti dell’omeopatia che, veramente si prende cura della persona inserendola nella malattia, studiando quest’ultima, certamente con tutti i mezzi più moderni possibili ma sempre in funzione dell’individualità di chi soffre e ti chiede aiuto. Credo ti dovresti informare meglio sull'omeopatia, eliminando sterili preconcetti privi di conoscenza. [...]
Il paziente ha, insieme al desiderio di guarire, quello di parlare e di essere ascoltato raccontando se stesso. Non trovi che tutto questo indipendentemente dal nome che gli vuoi dare, sia la medicina? Si ha la sensazione che quasi non ci sia interesse alla guarigione, ma solo alla cura, un “pallium” che riduce il paziente a cliente. L’impegno e la fiducia verso la sostanza prescritta può togliere l’impegno consolatorio che è basilare in medicina. Il paziente, ricevuta una diagnosi, senza una partecipazione, si sente inserito in un protocollo dove tu appari come auto referente. L’individuo così, isolato, sembra avere sempre meno voce. È ovvio che questa mia sia una provocazione. [...]
Ormai il rapporto con l’altro è superato dalla molecola e soprattutto non viene fabbricato da Big Pharma e non si acquista in farmacia, in sintesi non rende. Però cura e aiuta a curare. Quindi, prendi in considerazione, se mi permetti, la mentalità omeopatica, come modo di vedere l’altro come persona. Certo, forse, avrai un numero minore di visite giornaliere, perché per capire, si deve passare molto tempo ad ascoltare. Questo modo di pensare che, sorridendo, mi dirai essere utopico in un’epoca come la nostra, viene applicato quotidianamente da molti medici che, in ogni parte del mondo, ottengono il consenso dei pazienti. Cerca di utilizzarlo, le tue terapie saranno più efficaci e credimi, alla fine della giornata ti sentirai molto più felice.
Roma 2018
Francesco Eugenio Negro
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